Decalogo della
Convivialità
- Educar-ci ad una "cittadinanza attiva", dove tutti sappiano
mettersi in gioco, ispirati soprattutto da una profonda "etica della responsabilità"
- Educar-ci a prendere coscienza che non dobbiamo diventare "tutti
uguali", ma sentirci e rimanere "tutti diversi", vivendo la diversità non come un pericolo,
ma come una ricchezza.
- Educar-ci a "costruire ponti" per tessere reti di relazioni
che mirino unicamente alla realizzazione del "bene comune".
- Educar-ci a una "politica intesa come servizio" e che sappia
mettere sempre al primo posto i deboli.
- Educar-ci a comprendere che ogni popolo è il frutto di un cammino "plurale"
e che i simili di oggi erano i diversi di ieri, e i diversi di oggi saranno i simili di domani.
- Educar-ci ad uno "stile di vita semplice e sobria",
rispettosa del creato, dove tutti abbiano il minimo indispensabile per una vita dignitosa.
- Educar-ci a costruire città disarmate dalle violenze, dalle
discriminazioni, dai pregiudizi, dalle paure, dalle solitudini.
- Educar-ci assieme alle nuove generazioni a realizzare nazioni dove
"tutti possono sentirsi a casa" e dove "nessuno si senta straniero"
- Educar-ci a passare dalle brutalità dello slogan "padroni a casa
nostra" alla cultura del "siamo tutti cittadini del mondo"
- Educar-ci all'idea di città comode "agorà", cioè piazza
pubblica aperta a tutti, come spazio di relazioni che aiutano a creare una vera "convivialità delle
differenze"
30 luglio 2012